Il Cimitero di Staglieno: Forse non tutti lo sanno, ma a Genova c’è un Angelo, un angelo senza genere, con l’espressione indecifrabile, dalle forme potrebbe essere di genere femminile, ma non ne sono proprio sicurissima. Il suo sguardo ti penetra nell’anima , ti fissa, ti scruta , ti spoglia di tutte le tue difese. Nulla può impedirgli di guardarti dentro , chiunque si trovi davanti a lui viene messo a nudo, si perde negli occhi vivi di un angelo di pietra. Ricordo la prima volta che lo vidi, non riuscivo a smettere di fotografarlo da ogni angolo, me lo sognai di notte ed il suo sguardo mi rimase vivo nella mente per i giorni a seguire. Ogni tanto torno a guardare le foto ed ogni volta è un brivido lungo la schiena, le sensazioni sono sempre le stesse. La bellezza di questo angelo è insuperabile.
L’angelo di cui parlo è una delle tante sculture meravigliose che si trovano al cimitero di Staglieno, uno dei più grandi ed imponenti cimiteri monumentali del mondo. Aperto alla fine del XIX secolo è stato un esempio per molti altri cimiteri Europei. Le opere all’interno sono veramente tante ed una più incredibile dell’altra per l’accuratezza con cui sono state riprodotte.
L’Angelo di cui parlo è conosciuto come “l’angelo di Monteverde”, dal nome del suo scultore, e si trova sulla tomba della famiglia Oneto nel porticato superiore di ponente.

Nel porticato inferiore troviamo la famosa statua della “venditrice di noccioline”. Caterina Campodonico aveva lavorato sin da giovanissima ed aveva racimolato un degno gruzzolo di denaro vendendo noccioline e biscotti. Per fare un dispetto alle sorelle che non vedevano l’ora di spartirsi la sua eredità, decise di investire tutto il denaro che aveva in una statua da posizionare all’interno del cimitero di Staglieno in mezzo ai personaggi illustri, così incaricò lo scultore Lorenzo Orengo di farle una statua precisa nei più piccoli particolari compresi lo scialle e la collana di noccioline. La statua fu pronta un anno prima della sua morte e lei si divertiva ad andarla ad ammirare sotto lo sguardo divertito dei visitatori del cimitero. Ai piedi della statua fece scrivere un epitaffio in genovese che tradotto recita:
Vendendo collane e ciambelle
All’Acquasanta, al Garbo a San Cipriano
Con vento e sole e con acqua a catinelle
Per assicurarmi un pane nella vecchiaia
Fra i pochi soldi mettevo via
Quelli per tramandarmi nel tempo
Mentre son viva e son vera portoriana
Caterina Campodonico (la paesana)
1881
Da questa mia memoria se vi piace
Voi che passate pregatemi la pace
Nel 1882 Caterina morì, ma ancora oggi sopravvive immortale la sua immagine.

Sono tanti i personaggi noti sepolti nel nostro cimitero, scultori, musicisti, esploratori, ricordiamo Giuseppe Mazzini, Fabrizio De Andrè e Gilberto Govi.

Il cimitero è una meta inusuale per un turista, ma merita veramente tanto per la sua maestosità e la sua architettura integrata perfettamente con la natura. I sacrari, le cappelle,i monumenti dedicati ai caduti ed oltre alla parte cattolica si possono visitare il cimitero degli inglesi, quello ebraico e la parte acattolica. Il profumo che si respira è quello dei numerosi cipressi che sono ovunque. Se siete nell’area scoperta di ponente, verso l’interno , si può scorgere Ponte Sifone, un pezzo dell’antico acquedotto Romano che merita una visita a parte .

Si può passeggiare liberamente all’interno del cimitero, ma consiglio la visita guidata che saprà rivelare tante piccole cose che ad occhi poco attenti sfuggirebbero, oltre ovviamente ad interessanti nozioni sulla storia delle statue ed il periodo culturale che le caratterizza.
Sophia Mariano